Come leggere l’etichetta del vino

Avete mai afferrato una bottiglia di vino con un’etichetta che sembra scritta in una lingua aliena? Non preoccupatevi, non siete soli! Le etichette dei vini possono sembrare un puzzle cifrato, ma una volta che avrete imparato a leggerle, vi sentirete come degli agenti segreti del vino. In questo articolo vi guiderò passo dopo passo attraverso il mondo misterioso delle etichette dei vini, svelando i segreti dietro tutte quelle informazioni apparentemente criptiche.

Il nome del vino

Iniziamo con il nome del vino. Potrebbe sembrare ovvio, ma non lasciatevi ingannare: il nome del vino può dirvi molto di più di quanto pensiate, oppure molto meno! Se vedete una scritta come “Barolo” o “Chianti”, sappiate che non è solo un nome di fantasia. In realtà, questi nomi indicano la regione in cui è stato prodotto il vino e, spesso, il tipo di uva utilizzato. È come se chiamassimo un hamburger “New York”, giusto per far capire che è stato fatto con carne di prima scelta. Ma attenzione: non tutti i vini portano il nome della regione. Alcuni produttori preferiscono dare ai loro vini nomi che suonano esotici o che evocano immagini di campi soleggiati e vigneti pittoreschi. In questi casi, è meglio concentrarsi su altre informazioni per capire di più sul vino che avete di fronte.

L’annata del vino

Ah, l’annata! Quel numero stampato con orgoglio sull’etichetta che sembra quasi gridare “Sono invecchiato bene!” Ma prima di fiondarvi a comprare quel Bordeaux del 1982, fermatevi un attimo. L’annata si riferisce all’anno in cui le uve sono state raccolte, e può influire notevolmente sul sapore del vino. Tuttavia, non tutte le annate sono uguali. Alcune annate sono state benedette da condizioni meteorologiche perfette, altre non tanto. Ecco un segreto: mentre alcuni vini, come i rossi corposi, possono migliorare con l’invecchiamento, non è detto che valga per tutti. I vini bianchi, ad esempio, tendono a essere migliori quando sono giovani e freschi. Quindi, se trovate un Sauvignon Blanc del 2002 in cantina, potrebbe essere più interessante da collezionare che da bere.

Il grado alcolico del vino

L’etichetta del vino non si dimentica mai di menzionare il grado alcolico, e per una buona ragione. Questo numero, espresso in percentuale, vi dice quanta parte del contenuto della bottiglia è alcol. Un grado alcolico più alto (diciamo intorno al 14-15%) significa che il vino è stato prodotto con uve molto mature e zuccherine, il che potrebbe tradursi in un sapore più ricco e intenso. Ma attenzione: potrebbe anche tradursi in una serata più “vivace” del previsto. In altre parole, se il vino che avete scelto ha un grado alcolico alto, forse è meglio non programmare troppe attività per il giorno dopo.

Le denominazioni del vino

Parliamo ora delle famigerate “Denominazioni di Origine Controllata” (DOC) o “Denominazione di Origine Protetta” (DOP), e simili. Questi acronimi, che potrebbero sembrare i nomi in codice di missioni segrete, sono in realtà garanzie di qualità. Indicano che il vino proviene da una specifica regione e che è stato prodotto seguendo rigidi standard. È come quando ordinate una pizza Margherita a Napoli: siete sicuri che sarà buona, perché è fatta secondo la tradizione. Quindi, se vedete queste sigle sull’etichetta, potete stare tranquilli, avete tra le mani un vino che ha superato un sacco di esami.

Il produttore del vino

Sull’etichetta troverete anche il nome del produttore o della cantina, e qui c’è una buona notizia: se avete già avuto una buona esperienza con un certo produttore, probabilmente potrete fidarvi di nuovo. I produttori tendono a seguire uno stile e una qualità costante, quindi se vi è piaciuto un vino di una certa cantina, è probabile che vi piacciano anche gli altri. È un po’ come con il vostro regista preferito: se vi piace un film di Quentin Tarantino, probabilmente vi piaceranno anche gli altri. Ma attenzione, non sempre è così semplice: alcuni produttori creano linee di vini molto diverse tra loro, per cui potrebbe valere la pena esplorare un po’ prima di diventare fan sfegatati.

Le note di degustazione del vino

A volte, sull’etichetta trovate delle descrizioni che sembrano più adatte a un romanzo che a una bottiglia di vino: “Note di ciliegia matura con un accenno di tabacco e un finale di cuoio e spezie”. Prima di pensare che ci sia bisogno di un dizionario per capire cosa state bevendo, ricordate che queste descrizioni sono solo un modo per dare un’idea del sapore del vino. Non è necessario avere un palato super sofisticato per apprezzare queste sfumature; basta fare pratica e, soprattutto, divertirsi. E se vi sembra di sentire sapore di “frutti di bosco con una leggera nota di pancetta”, potrebbe semplicemente essere il vostro stomaco che vi ricorda di cenare!

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